Biblio > Sources > 490

Type de textesource
TitreIdea del tempio della pittura
AuteursLomazzo, Gian Paolo
Date de rédaction
Date de publication originale1590
Titre traduit
Auteurs de la traduction
Date de traduction
Date d'édition moderne ou de réédition1973
Editeur moderneCiardi, Roberto Paolo
Date de reprint

, « De gli avvertimenti che si deono avere nelle composizioni per prattica » (numéro cap. XXXI) , p. 333-334

Ma sopra tutti è degno d’esser ricordato Antonio da Correggio, il quale ad imitazion d’Apelle, invitava gl’altri d’ogn’ora a notare e riprendere le sue pitture come che fossero eccellentissime e mirabili, recandosi a dispetto che gli altri le onorassero et avessero in tanto ammirazione. Anzi, soleva stimar le opere sue per sì vil prezo, che un tratto, dovendo egli pagare un speziale della sua città, gli fece un quadro d’un Cristo che ora nell’orto, nel qual pose ogni sua diligenza, per quattro o cinque scudi, il qual gli anni passati è stato venduto al conte Pirro Visconte per quattrocento scudi. Potrei nominare molti eccellenti pittori, i quali erano soliti conversar insieme per l’ordinario, e spesso si sarebbero posti a ritrarre come un nudo, un fachino o d’altra cosa, e poi a riprendersi l’uno e l’altro de gli errori che aveano commessi. E di qui principalmente nacque l’ecellenza loro, dal non aversi avuto invidia, ma procurato ciascuno, nella loro onorata accademia, d’inalzar sé et il compagno infino al cielo nelle loro diverse maniere alle quali s’erano appigliati. Il che non fanno ora certi nostri pittori, i quali non solamente aborriscono i ricordi et avvertimenti altrui, ma anco il commercio, sdegnando in certo modo d’esser chiamati pittori e seguitando le pratiche di signori e cavaglieri, attenti solamente a gentilezze, garbi e costumi. Onde altro non n’acquistano che esser mostrati a dito e scherniti, e questo solo è quello che si avanzano nell’arte, et il mordersi l’uno e l’altro come cani, schernendo il grande Apelle, il quale solea dire che il volgo era più pronto a giudicar le pitture, che l’artefice.

Dans :Apelle et le cordonnier(Lien)

, « Composizione delle forme nella idea » (numéro 25) , p. 419

 [[4:suit Apelle nimia diligentia]] Quantunque però sia sempre più degno di lode chi fa le cose sue più accuratamente, se ben con maggior tempo, che chi le fa con prestezza e male, avendo da porsi avanti a gl’occhi molte parti che’l primo non possiede, onde è scritto d’Apelle, che dicendogli talvolta uno ch’egli aveva fatto in picciolo tempo una gran pittura, gli rispose che ciò ben si vedeva, sì come anco motteggiò una volta Michel Angelo il suo Vasari.

Dans :Apelle et le peintre trop rapide(Lien)

, « De la forza de l'instituzione dell'arte e della diversità dei genij » (numéro Capitolo II) , p. 253

[[2:Antichi pittori e suoi genii]] L’istesso si può osservar ne gli antichi, perciò che in Apelle era genio di grandezza e venustà, della quale egli stesso soleva molto gloriarsi, anco che confessasse che in altre cose a molti cedeva.

Dans :Apelle supérieur par la grâce(Lien)

, “Delle sette parti, o generi, del colorire” (numéro Capitolo XIII) , p. 287

[[2: Colorare di Tiziano]] Ma fra tutti risplende come sole fra picciole stelle Tiziano, non solo fra gli Italiani, ma fra tutti i pittori del mondo, tanto nelle figure quanto nei paesi, aguagliandosi ad Apelle, il quale fu il primo inventore de i tuoni, delle pioggie, dei venti, del Sole, de i folgori e delle tempeste. E spezialmente esso Tiziano ha colorito con vaghissima maniera i monti, i piani, gli arbori, i boschi, le ombre, le luci e le inondazioni del mare e de i fiumi, i terremoti, i sassi, gli animali e tutto il resto che appartiene a i paesi.

Dans :Apelle et l’irreprésentable(Lien)

, “Della nobiltà della pittura” (numéro cap. VI) , p. 266

[[4:voir le reste dans Zeuxis richesse]] Così fece il re Attalo con Aristide Tebano e Picea Ateniese, il re Candaule con Bularco, Demetrio Falereo con Protogene, Cesare con Nicomaco, Nicomede, re di Licia, con Prasitele e Filippo re di Macedonia con Panfilo.

Dans :Bularcos vend ses tableaux leur poids d’or(Lien)

, « Delle sette parti, o generi, del colore » (numéro cap. XIII) , p. 285

Polidoro ha usato et introdotto prima di tutti il colorire chiaro e scuro, come di marmo, di bronzo, di oro e d’altri metalli, di pietre e di tutto quello in somma che occorre al pittore di fare. Nel che è stato unico al mondo, rappresentando in tutti i modi le arie et i gesti delle principali antichità che si ritrovano in Roma, et i giuochi, i sacrificij, i trionfi, le battaglie et i trofei da lui eletti come cose più difficili dell’arte. Oltre di ciò è stato felicissimo inventor di groteschi e gl’ha espressi con tanta facilità, che tengo certo niuno altro esser che lo pareggi.

Dans :Grotesques(Lien)

, « Dell’ultima parte della pittura e sue spezie » (numéro cap. XXV) , p. 309-310

A queste seguono le invenzioni naturali, come le offensive, le diffensive, le commode, le piacevoli, le meste, l’allegre, le opportune, le spirituali e le meravigliose; e poi le imaginabili, come sono le favole, e tante altre fizioni e capricci di poeti; et ultimamente le fantastiche e capricciose, come sono i grotteschi, i fogliami, i legamenti, i fregi, i trofei e gli altri ornamenti. Né solamente questi due ultimi generi della pratica e della forma, come ho detto, ci porgono la invenzione, ma ancora il principio, il mezzo et il fine dell’operare, sì che senza la cognizione di tutte le specie e parti loro non potrà mai pittore far cosa alcuna con ragione, come ciò più lungamente si dimostra nel mio Trattato.

Dans :Grotesques(Lien)

, « Della nobiltà della pittura » (numéro cap. VI) , p. 266

[[4:voir aussi Zeuxis richesse]] Gli Agrigentini ebbero in grandissima stima Zeusi et usarono verso di lui tanta liberalità, ch’egli introdusse l’uso di donar le pitture. Così fece il re Attalo con Aristide Tebano e Nicia Ateniese,  il re Candaule con Bularco, Demetrio Falereo con Protogene, Cesare con Timomaco, Nicomede re di Licia con Prasitele e Filippo re di Macedonia con Panfilo. Il qual col favor di lui e degl’altri principi di Grecia ottenne che primamente in Sicione e dopo in tutta la Grecia, i fanciulli nobili inanzi a tutte le cose apprendessero la pittura, e che ella fosse ricevuta da tutti nel primo grado dell’arti liberali, onde per l’avenire ella fu sempre essercitata con grandissimo studio dai nobili, essendo proibita ai servi ; e fra gli altri da Alessandro, il qual, non contento d’aver donato al discepolo di Panfilo, Apelle, infinite richezze, volle anche donargli Campaspe, donna amatissima da lui. Potrei dire di Tiberio, che in tanto prezzo teneva le cose di Parrasio, della diva Ottavia, che aveva ripiena la sua scuola delle principale statue e pitture che fossero al mondo.

Dans :Pamphile et la peinture comme art libéral(Lien)

, « Della prima parte della pittura e delle sue specie" (numéro cap. XIX) , p. 300

Quindi è che l’antichissimo Apelle, seguendo Eupompo grandissimo pittore e matematico e Panfilo suo maestro, diceva che niuno poteva chiamarsi pittore, il quale non avesse cognizione della geometria et aritmetica, dalle quali nascono quante proporzioni e formi si possono mai fare.

Dans :Pamphile et la peinture comme art libéral(Lien)

, "Della nobiltà della pittura" (numéro cap. VI) , p. 268

A quali basterà che io avertisca che si guardino di non metter studio in rappresentar le figure loro in atti molli e lascivi. Percioché non solamente con tal vista si vengono a corrompere gl’animi et ad accendersi a far quello che in figura vedono, ma spesse volte s’inducono ad amar ferventemente, come si legge di [[2:Figura d\'un giovane dipinto amata da una donna.]] colei che s’innamorò d’un giovane dipinto sotto il portico d’Atene, di [[2: Alchidia Rodio amò la statua di Venere Gnidia]] Alchidia Rodio che in Gnido amò l’opera di Prassitele, e di [[2:Pigmalione si accese della statua da lui scolpita]] Pigmalione che, amando la sua figura d’avorio, ottenne con prieghi che li fosse dato spirito e vita per poterla godere, come si favoleggia.[[2:Eccellenza di pittori talvolta degna più tosto di biasimo che di laude]] Onde di cotali pitture e scolture, quantunque per altro fossero eccellentissime, in vece di lode ne segue agli artefici scorno e vituperio, oltre l’offesa che si fa a Dio; dove per lo contrario, servendosene a buono uso e massima ad onorar Dio et incitar gli altri a riverirlo et adorarlo, se ne riporta insieme gloria e riputazione.

Dans :Praxitèle, Vénus de Cnide(Lien)

, « Della nobiltà della pittura » (numéro cap. VI) , p. 266

[[8: voir Zeuxis richesse]] Grande argomento della nobiltà della pittura si può oltre di ciò cavare dalla stima e riverenza in che sono stati avuti in tutte le età da gli uomini grandi i professori di quella e l’opere loro. Imperoché i re d’Egitto in certo modo gl’adorarono, come padri delle sacre immagini, gli Agrigentini ebbero in grandissima stima Zeusi et usarono verso di lui tanta liberalità, ch’egli introdusse l’uso di donar le pitture. Così fece il re Attalo con Aristide Tebano e Picea Ateniese, il re Candaule con Bularco, Demetrio Falereo con Protogene, Cesare con Timomaco, Nicomede, re di Licia, con Prasitele e Filippo re di Macedonia con Panfilo.

Dans :Protogène et Démétrios(Lien)

, « Della nobiltà della pittura » (numéro cap. 6) , p. 266

Grande argomento della nobiltà della pittura si può oltre di ciò cavare dalla stima e riverenza in che sono stati avuti in tutte le età da gli uomini grandi i professori di quella e l’opere loro. Imperoché i re d’Egitto in certo modo gl’adorarono, come padri delle sacre immagini, gli Agrigentini ebbero in grandissima stima Zeusi et usarono verso di lui tanta liberalità, ch’egli introdusse l’uso di donar le pitture. Così fece il re Attalo con Aristide Tebano e Picea Ateniese, il re Candaule con Bularco, Demetrio Falereo con Protogene, Cesare con Timomaco, Nicomede, re di Licia, con Prasitele e Filippo re di Macedonia con Panfilo.

Dans :Zeuxis et la richesse(Lien)